venerdì 27 maggio 2011

Bruciata Viva



“Nel mio villaggio nascere femmina è una maledizione. L’unico sogno di libertà è il matrimonio. Sposarsi significa lasciare la casa del padre per quella dello sposo e non tornarvi più, anche se si è picchiate dal marito. Una figlia sposata che si rifugia a casa di suo padre lo disonora. Non deve chiedere protezione fuori dal suo nuovo ambiente domestico e, se lo fa, è un dovere della sua famiglia riportarla dal coniuge”. 

Non è l’inizio di un romanzo, ma la testimonianza di Suad,
una donna cisgiordana. “Non sapevo se la terra fosse rotonda o piatta… Nel mio villaggio, se gli uomini dovevano scegliere tra una figlia e una mucca, sceglievano la mucca… Posso piangere, urlare o supplicare, otterrò soltanto calci”. 

L’unica funzione di una donna è sposarsi. “Se dopo i vent’anni una donna non è sposata, è considerata anormale”. Non solo. “Una moglie deve prima di tutto avere un figlio maschio, almeno uno, e se ha solo femmine viene derisa. Due o tre femmine bastano per i lavori di casa, della terra e della stalla. Se ne arrivano altre, è una disgrazia dalla quale sbarazzarsi al più presto”. 

Purtroppo non si tratta di un matrimonio per amore. Durante la cerimonia infatti: “La sposa fa il suo ingresso ufficiale a testa bassa, con timidezza. Non può ancora alzare gli occhi sul suo futuro marito che non ha mai visto, perché da noi, quando si sposa una figlia, la si vende a peso d’oro. I genitori di Hussein, dunque, sono venuti portando dell’oro. Se l’oro è troppo poco, si discute. La trattativa è importante perché, il giorno del matrimonio, la ragazza dovrà mostrare a tutti l’oro che suo padre ha ricavato dall’averla venduta. Se la ragazza non indossa gioielli il giorno del suo matrimonio, è un’onta terribile per lei e per la sua famiglia”. 

Poi Suad conosce l’amore, quello vero, fuori dal matrimonio. Ma scoperta la sua relazione, i familiari decidono di ucciderla. Le danno fuoco ma Suad si salva. Con l’aiuto di un’associazione internazionale viene portata in Europa dove vive adesso (in una località segreta) rifacendosi una vita. 

Suad è uno pseudonimo. 

Un libro che fece parlare di sé alla sua uscita, ma più che mai attuale in questi tempi di globalizzazione e tante chiacchiere sul dialogo fra culture.

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