sabato 28 maggio 2011

Maledetti Savoia

150esimo dell’unità d’Italia. Ormai l’Italia s’è fatta e ce la teniamo, ma quella storia non è come ce l’hanno sempre raccontata a scuola ed è tutto fuorché gloriosa

Voci dissidenti ce ne sono sempre state, ma si trattava di pubblicazioni minori, quasi anonime e difficili da trovare. 

Per fortuna, da qualche anno, case editrici di maggior peso hanno cominciato a dar voce a quei dissidenti. Lorenzo Del Boca è stata una delle prime penne fuori dal coro

Vittorio Emanuele re galantuomo? “Vittorio Emanuele considerava la conoscenza una perdita di tempo. Basta vedere gli errori di grammatica e di sintassi che infiorarono sempre la sua prosa scritta e parlata”. Inoltre: “Non si faceva scrupoli. Lasciò che la diplomazia combinasse il matrimonio fra sua figlia Maria Clorilde e Girolamo Napoleone di Francia. Sapeva che quell’uomo non avrebbe fatto felice la sua creatura… ma non fu trattenuto nemmeno da un barlume di dubbio perché quello sposalizio gli serviva per consolidare l’alleanza con l’altro Napoleone, quello importante, l’Imperatore”. 

Non a caso: “All’Austria non faceva paura quel minuscolo staterello senza difese e senza economia, con dei re contadini, scesi dalle giogaie della Savoia, che avevano dimostrato di non comprendere nemmeno le loro debolezze. Vienna aveva timore della Francia che, al contrario, era uno stato di consistenza militare rilevante”. 

Non si risparmia niente e nessuno, perché: “L’unità d’Italia è stata un’annessione forzata. L’incontro di Teano fra Garibaldi e Vittorio Emanuele II è un falso storico. Molti padri della patria sono stati politici corrotti, ufficiali mestatori, traffichini di regime, burocrati inefficienti e magistrati faziosi. Il vero risorgimento assomiglia ben poco a quello che ci hanno raccontato”. 

Appunto. 

Gli assomiglia ben poco. E questo è il libro adatto per capire veramente come andarono le cose.


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